Cantucci

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Cantucci 

I cantucci sono biscottini secchi con le mandorle tipici della Toscana.

Per gli astemi come me gustare i cantucci con una bella tazza di the nero profumato come quello che mi ha servito domenica scorsa la mia amica Viviana a Lonato del Garda è la specialità delle specialità. So che molti mi contraddiranno in quanto dicono che un vin santo o un passito sono il miglior accompagnamento per questi deliziosi dolcetti.

Non vado oltre, ognuno se li gusti come meglio crede.

Adesso seguitemi vi racconto come li ho preparati:

Ingredienti:
200 gr di farina debole
200 gr di zucchero
150 gr di mandorle intere non spellate
2 uova
1 pizzico di sale
la punta di 1 cucchiaino di lievito
i semini di mezza bacca di vaniglia

Procedimento
È un procedimento molto veloce. Come prima cosa ho acceso il forno a 200°.

Ho impastato in planetaria con la foglia tutti gli ingredienti e per un paio di minuti. Si può anche impastare a mano volendo.

Dopodichè ho diviso il panetto ottenuto in due parti ed ho formato altrettanti filoncini lunghi che ho sistemato sulla leccarda del forno rivestita con carta forno.

Quindi ho infornato per 10-12 di minuti. Ho sfornato giusto per il tempo di tagliare a losanghe larghe 1 cm circa i miei filoncini e ho infornato nuovamente per altri 2 o 3 minuti per completare la cottura.

Ho spolverizzato con zucchero a veloe siccome non esistono regole (almeno in questo campo) …. accompagnateli come preferite 🙂 ….

2 cose:
– non è una dimenticanza, non c’è burro
– anche se siamo fuori stagione, sono molto indicati a Natale

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Pesche dolci

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Pesche dolci

Innanzi tutto Buon Anno!!!

Per non farci mancare qualche caloria (sia mai che non ci siamo nutriti a sufficienza durante le Feste) ho deciso di aprire il 2016 con le pesche dolci. Di solito le preparavo con il procedimento degli impasti lievitati e il risultato era egregio, ma sinceramente avevo trovato di meglio in giro. Questa volta, per la prima volta, ho voluto seguire la ricetta della mia amica Santina sebbene lo strutto non faccia assolutamente parte degli ingredienti che si trovano comunemente nella mia dispensa… anzi diciamola tutta, è la prima volta che lo uso e non credo che cambierò da ora in avanti. Ma ho pensato “o stavolta o mai più… tanto quest’anno, caloria più caloria meno…”
E devo ammettere che malgrado le mie reticenze le pesche dolci fatte in questa maniera hanno superato tutte le aspettative!!!

Intanto ringrazio Santina, e se mi seguite vi racconto come le ho preparate

Ingredienti:
1 kg di farina
500 gr di strutto
500 gr di zucchero
9 uova
Succo di mezzo limone
32 gr di lievito
Marmellata di pesche qb
Alchermes (se è troppo concentrato diluirlo con uno sciroppo di acqua e zucchero precedentemente bollito e raffreddato)qb
Zucchero semolato qb

Procedimento:
Ho impastato tutti gli ingredienti insieme. Ho formato delle palline e le ho infornate a 180°. La durata della cottura dipende dalla dimensione delle palline. Nel mio caso una mezz’oretta.
Una volta sfornate e fredde le ho scavate un pochino con un cucchiaino, le ho farcite con un della marmellata alle pesche e le ho abbinate.
Quindi le ho passate nell’alchermes e infine rotolate nello zucchero.

Tutto qua.
La bontà di queste peschette è da provare almeno una volta nella vita.

Da domani…dieta. Giuro.

Tortelli di Natale

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Tortelli di Natale

I tortelli di Natale sono dei dolci tipici del periodo natalizio che si preparano nella zona di Modena. È uno dei rarissimi dolci che la mia mamma, negatissima in dolci, tuttora prepara (non vi dico com’è brava però a preparare i “turtlen”… ma questo è un altro tema) 🙂
I tortelli di Natale sono delle tasche in pasta frolla farcite con un composto a base di “savor”. Come spiegavo nella preparazione del Belson https://fetteperfette.com/2015/04/27/belson-modenese/ personalmente non ho mai preparato il savòr, lo acquisto già pronto.
Si tratta di una marmellata diciamo povera, leggermente asprigna, la cui particolarità è il tempo di preparazione, non inteso solo sul tempo di cottura, ma di reperimento degli ingredienti che devono essere procurati nelle diverse stagioni di maturazione dei frutti e fatti essiccare, come le bucce di agrumi, di meloni e cocomeri, e poi pezzi di zucca, mele, pere, mele cotogne e cotti insieme al mosto di uva non ancora fermentato. Un procedimento lunghissimo il cui risultato varia ovviamente secondo gli ingredienti utilizzati.
Seguitemi vi racconto come li ho preparati io e come li faceva la nonna e tuttora la mamma.

Ingredienti:
500 g di farina debole
200 g di zucchero,
150 g di burro appena ammorbidito
3 uova + 1 tuorlo per spennellare
1 bustina di lievito
Scorza di limone grattugiata
Qualche cucchiaio di liquido per ammorbidire l’impasto (latte oppure Vermouth o Sassolino a scelta)
Zucchero semolato

Ingredienti per il ripieno:
250 gr di savòr (oppure di marmellata di prugne)
1 cucchiaino di cacao amaro (la mia mamma mi ha confessato che mette il cacao zuccherato)
100 gr di gherigli di noci (facoltativo)

Procedimento:
Ho impastato in planetaria tutti gli ingredienti e ho formato un panetto che ho assottigliato ad un paio di cm formando un rettangolo e che ho infilato in un sacchetto da freezer.
Avendo Fresco ho passato in abbattitore la mia frolla per una mezz’ora circa in modo che si indurisse un pochino. Per chi non ce l’ha i tempi si allungano in quanto l’impasto deve stare in frigo almeno 3 ore.

Nel frattempo ho preparato il ripieno.
In una ciotola ho versato il savor a cui ho aggiunto 1 cucchiaino di cacao amaro. Come spiegavo sopra la mia mamma preferisce quello zuccherato. In effetti li ho sempre mangiati e gustati così quelli di mamma e sono sempre stati davvero ottimi, ma per i miei preferisco un retrogusto più cioccolatoso.
Le varianti non mancano, per esempio la nonna frantumava dei gherigli di noce non troppo fini e li aggiungeva al ripieno. Qualche volta metteva anche una manciata di uvetta, m soprattutto aggiungeva anche un pizzico di caffè macinato (oggi al massimo si aggiungerebbe un pizzico di caffè liofilizzato). Ricordo che le chiedevo di non farlo perché a me non piaceva il caffè e lei mi rispondeva “solo per il profumo”.

Nei miei tortelli di questa volta ho messo solo il savor e il cacao amaro, la prossima proverò ad aggiungere le noci… ma non il caffè 😉

Ho ripreso la pasta frolla l’ho velocemente ammorbidita e tirata con il mattarello ad uno spessore di circa 0,5 cm. Con un coppapasta ho tagliato dei dischi, ho messo un cucchiaino di ripieno e chiuso a formare una tasca. Ho fatto attenzione di sigillare bene.

Ho sbattuto molto velocemente un uovo con la forchetta e ho pennellato la superficie di ogni tortello con l’uovo. Ho spolverizzato di zucchero semolato. Secondo me lo zucchero in granella andrebbe anche meglio, ma ho voluto essere fedele al metodo della mamma e della nonna. Del resto quando ero bambina io mica avevamo in casa lo zucchero in granella…
Ho infornato a 200° per circa 25 minuti.

Una volta sfornati ho velocemente abbassato la temperatura in abbattitore in modo da allungarne la scadenza. Da bambina non avevamo di certo Fresco quindi facevamo raffreddare in modo tradizionale.

E alla fine… uno tira l’altro 🙂

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Torta Caprese

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Torta Caprese

Questo mese sono stata un po’ assente dal mio blog-ino. Tanti eventi, ricorrenze, compleanni in famiglia (tra cui il mio)…e non ho ancora finito perché sabato mi sposo  quindi sono supersuperpresa!

Prima di sabato ho bisogno di una torta facile e veloce…come la Torta Caprese: una bella torta di cioccolato che tira su quando le forze ti stanno abbandonando.

Ecco come l’ho preparata:

Ingredienti
250 gr di cioccolato fondente
300 gr di mandorle pelate
250 gr di burro
200 gr di zucchero
5 uova
zucchero a velo per guarnire

Procedimento
Come prima cosa ho preparato una teglia di 26 cm. Sulla base ho steso un disco di carta forno e con un pennello ho unto le pareti di olio. Ho acceso il forno a 180°C.

Poi ho sciolto il cioccolato a bagnomaria e vi ho aggiunto il burro a pezzetti. Ho velocemente abbassato la temperatura in abbattitore già preraffreddato a 3°C per una decina di minuti. Per chi non ha l’abbattitore può far raffreddare a temperatura ambiente.

Nel frattempo ho separato gli albumi dai tuorli e ho montato gli albumi con metà dello zucchero indicato. Nel mixer ho tritato le mandorle con l’altra metà dello zucchero facendo attenzione a lasciare una granella leggermente granulosa… a me piace sentire la mandorla.

Ho aggiunto i tuorli alla salsa di  cioccolato e burro incorporandoli per bene con una frusta,  uno alla volta, quindi le mandorle tritate. Infine gli albumi a neve mescolando dal basso verso l’alto facendo attenzione a non smontare il composto. Vedrete proprio che dopo questa operazione il composto resterà più bianco e più spumoso.

Ho versato il composto nella teglia e ho infornato a 180°C per circa 3 quarti d’ora.

Una volta sfornata l’ho abbattuta per circa mezz’ora in Fresco per preservarne fragranza e durata. Quindi l’ho spolverizzata con zucchero a velo e l’ho servita. Stupenda!!!!!

Ora vado a iniziare a preparare i dolci per il mio matrimonio.

Ciao!!!

P.S.
Le mandorle sono dei nostri alberi in Calabria ^___^
 

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Torcetti

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Torcetti

Tra i dolci piemontesi che preferisco i torcetti sono molto a galla. Famosissimi sono quelli di Lanzo, ma sinceramente a me piacciono proprio tutti. Nella mia zona si contano molti artigiani che li preparano, ognuno ha la propria ricetta e pur avendo tutti la classica forma a goccia ogni artigiano sceglie la dimensione. Vi sono infatti torcetti grandi una spanna fino a torcettini mignon di 4 o 5 cm.

Gli artigiani pasticcieri spesso li confezionano in sacchetti per biscotti e durano anche qualche settimana. Così presentati rappresentano un bel pensiero adatto a numerose occasioni.

Possono essere preparati sia con impasto diretto, sia con la preparazione di una biga. I tempi si allungano un po’ ma io preferisco questa seconda versione così si utilizza meno lievito e rimangono più digeribili. Volendo si può usare il lievito naturale… e so che in teoria sarebbe meglio, ma per ora non ci sono ancora arrivata, nel senso che non ho ancora trovato la maniera di organizzarmi e dedicare il tempo che il lievito naturale necessita. Ho iniziato varie volte ma poi o per un motivo o per l’altro….

Torniamo ai torcetti che  è meglio 🙂 . Seguitemi, vi spiego come li ho fatti

Ingredienti per la biga
Farina forte 500 gr
Lievito compresso 25 gr
Acqua 225 gr

Ingredienti per l’impasto
Burro 500 gr
Zucchero 25 gr (si può evitare)
Sale 20 gr
Farina forte 500 gr
1 cucchiaino di miele di acacia o millefiori oppure malto
Aromi – scorza di limone/vaniglia

Zucchero per arrotolare

Procedimento
Ho fatto sciogliere il lievito nell’acqua e messo in planetaria insieme alla farina. Ho impastato la biga con il gancio e ho lasciato lievitare per un’ora nel mio abbattitore FRESCO con la funzione di lievitazione controllata.

Dopodichè ho rimesso la biga in planetaria, ho aggiunto gli altri ingredienti e ho impastato molto bene. A  mano ho dato una forma rettangolare piuttosto allungata e l’ho fatto puntare per un quarto d’ora circa. Ho coperto con pellicola e messo in frigo per  far solidificare il burro. Dopo mezz’ora circa ho ripreso il mio impasto e ho tagliato tanti pezzetti della stessa dimensione (più o meno).

A questo punto ho organizzato il mio piano di lavoro: da una parte tutti i pezzetti tagliati, al centro una vaschetta con lo zucchero e dall’altra la teglia da forno.

Per ogni pezzetto di pasta ho fatto il salamino, l’ho rotolato bene bene nello zucchero e l’ho appoggiato nella teglia da forno dando la forma  a goccia. Per ottimizzare lo spazio nella teglia ho sistemato i miei torcetti uno con la punta all’insù e uno con la punta all’ingiù.

Ho lasciato lievitare fino al raddoppio (calcolare almeno un paio d’ore) ed ho infornato a 180° per 25 minuti circa.

Fate attenzione perché appena sfornati  è “roba che scotta”  …e sparisce subito !!!!!!!!!

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Krumiri

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I Krumiri

Perdonatemi un tuffo nel passato. Ma stavolta è passato passato… roba da fare esercizi di apnea prima di iniziare a leggere. Sto parlando degli anni 60. Bene, quando ero bambina ogni tanto con i miei genitori andavamo a trovare i nonni che abitavano a Ozzano Monferrato. Ho già scritto di queste riunioni di famiglia raccontando della zuppa inglese della nonna (https://fetteperfette.com/2015/01/13/la-zuppa-inglese-di-mia-nonna/ ).

Per colazione la nonna mi faceva trovare una bella tazza di latte con i krumiri, i famosissimi biscotti del Monferrato.

Nel corso degli anni ho provato qualche volta a preparare in casa questi deliziosi biscottini dalla tipica forma. Purtroppo tutte le ricette che trovavo indicavano come ingrediente la farina di mais, ma se proviamo a leggere gli ingredienti dei krumiri che si trovano nei supermercati, della farina di mais non c’è ombra. Non ho mai saputo la ragione. Poi cerca che ti ricerca vado a trovare la Cuochina Sopraffina http://www.lacuochinasopraffina.com/cosa-cucino/biscotti-krumiri-la-ricetta-originale-per-farli-a-casa/3362

e scopro la sua ricerca che è in linea con la mia opinione. E anche questa è fatta, e non ho perso tempo….

Ingredienti
350 gr di farina debole 0
110 gr di burro morbido
140 di zucchero
1 uovo + 2 tuorli
Semini di mezza bacca di vaniglia

Procedimento
Ho amalgamato il burro con lo zucchero a cui ho aggiunto l’uovo e i due tuorli. Ho montato bene questa massa. Dopodichè vi ho aggiunto la farina setacciata e la vaniglia. Ho dato la forma di un panetto e l’ho messo in frigo a riposare.

Ho passato l’impasto nella trafila per biscotti sagomando la superficie e curvando leggermente ogni biscotto.

Ho infornato a 200° per 5 minuti, dopodichè ho abbassato la temperatura a 180° e ho continuato per una ventina di minuti scarsa. Volendoli un pochino più scuri si possono lasciare in forno un paio di minuti in più.

Nel frattempo ho acceso il mio abbattitore FRESCO e quando ho sfornato ho immediatamente abbattuto i miei krumiri per una mezz’oretta. In questo modo ho preservato tutte le caratteristiche e la fragranza dei biscotti.

Con questa versione direi che ci siamo, somigliano molto ai krumiri che mi comprava la nonna.

…e comunque, ancora oggi i krumiri per colazione sono una roba pazzeschissima !!!! ……… uno tira l’altro!!!!

P.S. Vuoi saperne di più su FRESCO? Dai un’occhiata qua https://fetteperfette.com/fresco-labbattitore-casalingo-e-non-solo/

Belson modenese

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Belson modenese

Soddisfatta? Ricca? Di più!!! Ecco come mi sento al termine di un fine settimana  full immersion con la mia famiglia di origine. Due giorni a ridere-parlare-spettegolare-sganasciarsi-nonavervogliadiandareadormire-mangiare-fotografarci-scherzare-gioireperlacompagnia-ridere-ridere-erideresempre. Due giornate di sana allegria con le mie cugine, i miei cugini e cuginetti di Modena, figli e relative fidanzate, sorelle, cognato e nipoti. Eccivoleva 🙂 🙂 🙂 !!!!

Tra i dolci c’era il Belson, tipico dolce di Modena e nel nostro caso di Nonantola, quello originale con tanto di marchio http://www.belsonedinonantola.it/dettaglio.asp?idliv=132

Tutti noi a casa adoriamo questo dolce così semplice ma altrettanto particolare fatto di una pasta frolla arrotolata e farcita con il “savòr”. Ed è proprio la qualità del savòr a dare carattere e a rendere unico il belson che si prepara  -o si preparava- in ogni famiglia.

Personalmente non ho mai preparato il savòr, lo acquisto già fatto.
Si tratta di una marmellata diciamo povera, leggermente asprigna, la cui particolarità è il tempo di preparazione, non inteso solo sul tempo di cottura, ma di reperimento degli ingredienti che devono essere procurati nelle diverse stagioni di maturazione dei frutti e fatti essiccare, come le bucce di agrumi, di meloni e cocomeri, e poi pezzi di zucca, mele, pere, mele cotogne e cotti insieme al mosto di uva non ancora fermentato.   Un procedimento lunghissimo il cui risultato varia ovviamente secondo gli ingredienti utilizzati.

Il mio belson è questo:

Ingredienti:
500 g di farina debole
200 g di zucchero,
150 g di burro pomata
3 uova + 1 tuorlo per spennellare
1 bustina di lievito
Scorza di limone grattugiata
Qualche cucchiaio di  liquido per ammorbidire l’impasto (latte oppure Vermouth o Sassolino a scelta)
1 vasetto di savòr (oppure di marmellata di prugne)
Zucchero in granella

Procedimento:
Ho impastato in planetaria tutti gli ingredienti e ho formato un panetto.

A questo punto se si vuole la versione senza farcitura è sufficiente sistemare il panetto sulla leccarda del forno, spennellarlo con il tuorlo sbattuto e cospargerlo di zucchero in granella. Infornare a 180° per circa mezz’ora (dipende da quanto è grande il panetto). Spesso si da una forma di S.

A casa nostra … versione con il savòr tutta la vita….. 🙂 . Quindi ho steso il panetto in un rettangolo, ho spalmato il savòr e l’ho arrotolato. Sulla superficie ho spennellato il tuorlo sbattuto e vi ho cosparso la granella di zucchero. L’ho infornato a 180° per circa 30-40 minuti.

A molti piace intingere le fette di belson in qualche vino a fine pasto….a me, terribilmente astemia e soprattutto con una repulsione totale per  il vino, questo abbinamento fa letteralmente sch….

A me piace il belson così com’è in qualunque orario, e fare colazione col belson…non ci sono paragoni!

Waffeln, gaufres, våffel ,…o semplicemente i nostri canestrelli

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Waffeln, gaufres, våffel ,…o semplicemente i nostri canestrelli

Ma pensa un po’! Questi facilissimi e velocissimi dolcini sono preparati un po’ in tutta Europa con pochissime varianti tra una versione e l’altra. Non solo, sono conosciuti anche fuori dal nostro vecchio continente.

I miei primi Waffeln risalgono a fine anni 70 in Germania a casa di Marianne. Li preparavamo quando c’era carenza di idee e di tempo, ma anche nelle varie occasioni di festa. E sempre in Germania avevo acquistato la mia piastra elettrica per cuocerli. Piastra che funziona tuttora benissimo e che a distanza di anni continuo ad usarla.

In realtà la prima volta che li avevo assaggiati ero piccolina. Ricordo che ero a Parigi con i miei genitori, eravamo andati a trovare la zia Filomena e lo zio Ivo che abitavano là. Ci avevano portati in una boulangerie per fare merenda. Io avevo scelto una gaufre con una crema bianca e mia sorella con lo zucchero a velo che si era volatilizzato ovunque!

Questo stesso tipo di dolce viene preparato anche in Belgio, in Svezia e un po’ in tutto il Nord Europa. Anzi in Svezia esiste anche la tradizione della giornata del Våffel  (ovvero Våffeldagen) che cade il 25 marzo in concomitanza con il giorno dell’Annunciazione cioè 9 mesi prima del Natale.

Più o meno le ricette si assomigliano tutte, in Francia sono solo un pochino più gonfie  per via del lievito che viene aggiunto nell’impasto. Ovviamente vengono preparati anche in Italia. Per lo meno dalle mie parti nel Canavese ci sono, e ci sono anche in Val di Susa.

La mia ricetta è un mix di ricette varie prese in giro e provate. Eccola qua:

Ingredienti:
500 gr    farina debole
200 gr    zucchero
130 gr    burro morbido
60 gr      latte
2 uova
1 pizzico di sale
Scorza grattugiata di limone

Procedimento:
Ho impastato tutto insieme in planetaria e ho messo a riposare per qualche ora.
Ho acceso la piastra per farla arrivare in temperatura. Nel frattempo ho realizzato delle palline che ho poi “schiacciato” nell’apposita piastra.

Tutto qua.  Io li ho spolverizzati con lo zucchero a velo, ma possono essere accompagnate con creme spalmabili, frutti di bosco, una pallina di panna, con il te, il caffè e si sgranocchiano piacevolmente in qualunque momento J

La Pastiera

pastiera2phpastieraph La mia pastiera

Quando si avvicina la Pasqua la pastiera è tra le preparazioni dolci che meglio rappresentano la ricorrenza. A me veramente piace talmente tanto che la preparo anche in altre occasioni.

Questa è la ricetta di Lucia di Melito Porto Salvo (RC), e secondo me è la versione migliore che io abbia mai provato. Poi, a proposito di Calabria, gli anni in cui trascorriamo la Pasqua a Condofuri dove abita la famiglia di mio marito, preparare le pastiere è un lavoro di squadra che mi diverte un mondo. Tanto per cominciare ai miei cognati l’idea di accendere il forno a legna per una sola pastiera non passa proprio per la testa e così se ne preparano come minimo 20. Sembriamo un vero laboratorio di pasticceria!!!! Soprattutto quando andiamo a fare la spesa con le dosi moltiplicate per 10 🙂  incluso la raccolta delle teglie da forno 🙂 .

E come siamo organizzati! Forse se qualcuno ci osservasse dall’esterno avrebbe l’impressione di una gabbia di matti, ma quel qualcuno lì nel momento in cui assaggiasse le nostre pastiere se ne starebbe ben zitto, e non solo perché avrebbe la bocca piena 🙂 🙂 🙂

Quando sono a casa, come quest’anno, ho una produzione di pastiera più moderata 🙂 . Le dosi base sono queste e riesco a fare una bella pastiera grande o due più piccole

Ingredienti:
Per la pasta frolla:
500 g farina debole 00
200 g burro pomata
3 uova intere
½ bustina lievito
200 g zucchero
Scorza di un’arancia grattugiata

Per il ripieno:
500 g ricotta freschissima
250 g zucchero
2 tuorli
Scorza di un’arancia grattugiata
Semi di una bacca di vaniglia o qualche goccia di estratto di vaniglia
Una fialetta di acqua di fiori d’arancio
600 g grano precotto
300 g latte
Una noce di burro

Procedimento:
Come prima cosa ho terminato la cottura del grano nel latte aggiungendo la noce di burro e ho fatto raffreddare bene. Questa operazione può essere fatta anche il giorno precedente.

Poi sono passata alla preparazione della pasta frolla impastando velocemente tutti gli ingredienti e l’ho messa in frigo per un paio d’ore. Anche la pasta frolla può essere preparata in anticipo.

Ho quindi ultimato il ripieno sbattendo a lungo la ricotta con lo zucchero e i tuorli. Ho aggiunto la scorza d’arancia  e l’estratto di vaniglia, ed infine il grano e la fialetta di acqua di fiori d’arancio (ho seguito la dose indicata sulla fialetta stessa) incorporando e amalgamando per bene il tutto.

Ho foderato le teglie con la pasta frolla stesa ad uno spessore di circa 5 mm e ho riempito con il composto di grano e ricotta fin quasi all’orlo. Ho tagliato le striscioline di pasta frolla disponendole a losanghe incrociate. Ho fissato i bordi regolando bene l’altezza, ho pennellato la superficie delle parti in pasta frolla con un tuorlo leggermente sbattuto con un po’ di latte ed ho infornato a circa 160°-170° fino a completa asciugatura della ricotta. In genere calcolo un minimo di 30 minuti in forno ma poi dipende da quanto ripieno è stato messo.

Una volta sfornato ho lasciato raffreddare, quindi ho sistemato la mia pastiera su un piatto e l’ho cosparsa di zucchero a velo.

Garantisco che è fantastica.

Una volta abbattuta in abbattitore per circa un’ora, e FRESCO è fantastico, si conserva in frigo anche oltre una settimana.

Vi chiederete: ma cosa ve ne fate di 20 pastiere??? Beh intanto noi siamo in tanti. Si conserva diversi giorni quindi proprio perché è favolosa non ci stanchiamo di mangiarla anche dopo giorni…e poi i miei cognati le regalano ai vicini, alle zie, agli amici…..

Buona Pasqua a tutti!!!!!

P.S. Vuoi saperne di più su FRESCO? Dai un’occhiata qua https://fetteperfette.com/fresco-labbattitore-casalingo-e-non-solo/